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Alessandro, "no, tu non te ne vai"

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Mario Cei e Alessandro Quasimodo Nel trigesimo della morte di Alessandro Quasimodo , Mario Cei ha curato una piccola pubblicazione in suo onore, stampata in 250 copie numerate e che contiene versi di vari autori e alcune foto ritraenti Alessandro stesso. La scelta dei versi attuata da Mario Cei pare indirizzata a sottolineare come le persone che restano portino in sé quelle che se ne sono andate.  Le hanno “incamerate” durante tutta l’esistenza e pare impossibile che la Morte se le porti fisicamente via. Ad ogni modo, se il corpo ha cessato di vivere, la loro Anima/Essenza no: essa non se ne va, ma resta in chi rimane. Lo dicono bene alcuni versi della Yourcenar da cui Mario ha tratto il titolo della sua silloge ( “E tu te ne vai? Tu te ne vai?…" ) e che si riportano, sia per dare voce allo stupore che si prova di fronte alla morte di una persona cara; sia per ribadire come certi morti non vanno via, ma restano a proteggere i vivi come fossero dei mantelli: E tu te ne vai? Tu te...

Il padre assente

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Assolo sul padre di Paola Ciccioli edito da Aletti è decisamente un bel libro che raccoglie i ricordi di Alessandro Quasimodo relativi al suo rapporto con il padre Salvatore. Il volume si “ascolta” con piacere, in quanto la voce di Alessandro è presente in tutte le pagine e - proprio come avviene durante una normale conversazione - tali ricordi non sono restituiti al lettore in ordine cronologico, ma narrati passando da un episodio all’altro, seguendo le analogie e un fil rouge che, pian piano, si fa chiaro. Pagine, a volte, piene di mestizia, altre di divertita nostalgia: il rapporto con il padre, infatti, non fu per nulla semplice.  Anzi, spesso, esso era del tutto inesistente, in quanto Salvatore fu un padre assente ( ed ecco il fil rouge ). Padre assente non solo per Alessandro (figlio avuto da Maria Cumani), ma anche per Orietta, avuta da Amelia Spezialetti.  Due figli - si suppone - ingiustamente tenuti a distanza, forse per una malcelata e inconscia forma di gelosia:...

La mano destra di Quasimodo

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L'impronta a inchiostro della mano destra di Salvatore Quasimodo è stata ritrovata da Alessandro Quasimodo nell’VIII copia numerata dell’edizione di testa del «Leonida di Taranto» di Salvatore Quasimodo , facente parte della collana “Gli Inchiostri” dell'Apollinaire.  L’edizione di lusso, curata da Guido Le Noci, era stata tirata, nel 1968, in 200 esemplari numerati e l’impronta della mano di Quasimodo era all’interno delle prime 36 copie facenti parte dell’edizione di testa. Il “cartone” con l’impronta e tutte le 200 copie avrebbero dovuto recare la firma autografa di Quasimodo, ma la sopraggiunta morte del poeta impedì di tenere fede a quanto scritto nel colophon , così come specificato da una nota editoriale*. Il colophon descrive l’edizione di lusso nel dettaglio: La presente edizione di lusso del «Leonida di Taranto» di Salvatore Quasimodo, facente parte della collana «Gli Inchiostri» dell'Apollinaire, è stata stampata in Milano, per iniziativa dell'Amministrazi...

Tutte le poesie di Quasimodo | La nuova edizione

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Salvatore Quasimodo è autore di alcune (almeno una decina) delle liriche più belle, note e intense della letteratura novecentesca, per non dire del fatto che Ed è subito sera è, probabilmente, la poesia più tradotta della storia letteraria. Negli ultimi giorni Mondadori ha mandato in libreria la nuova edizione di Tutte le poesie di Quasimodo a cura di Carlangelo Mauro . Si tratta di un’edizione che, oltre al  corpus poetico noto, riunisce e presenta ai lettori anche le poesie pubblicate dal poeta in varie occasioni, e non più riprese, e persino alcuni inediti. Il tutto con una serie di Apparati degni di un’edizione critica di grande valore scientifico. Va, inoltre, segnalato che il curatore ha scelto, con grande coraggio (e, forse, non immemore della scelta editoriale di Patrick Reumaux ), di inserire i Lirici greci tra le poesie di Quasimodo, in tal modo presentandoli come vero e proprio atto creativo del poeta , piuttosto che come traduzione. Mancano, però, nell’edizione, i...

Gli ultimi anni di Quasimodo

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Quasimodo con Curzia Ferrari Curzia Ferrari è stata una delle compagne di Salvatore Quasimodo. Si conobbero che il poeta era fresco di Premio Nobel e la loro relazione durò, più o meno, sei anni e terminò con la morte di lui. Agli anni della loro unione, la Ferrari, nel 1970, ha dedicato il libro Una donna e Quasimodo , pubblicato da Ferro Edizioni, dove traccia un profilo approfondito del Quasimodo-uomo. Ne esce un ritratto vivido di un uomo pieno di contraddizioni e paure, ma non per questo privo di fascino e capace di slanci di generosità inusuali. Un uomo iroso e manesco, ma, al contempo, fragile e in cerca d’amore. Geloso fino alla caricatura, ma dedito al tradimento sistematico. Un uomo in grado di indagare nel profondo l’Uomo, ma che, negli ultimi tempi, preferiva la solitudine agli uomini. Un uomo che viveva male l’invecchiamento e aveva paura della Morte (propria e altrui: non volle mai vedere un defunto, ricorda l’autrice). Un ateo che, però, credeva nel malocchio! Un uomo c...

La storia d'amore tra Salvatore e Maria

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Tutti gli amori, anche quelli più travolgenti, sono destinati a mutarsi in altro: serena amicizia o indifferenza se non, addirittura, astio. Succede perché le persone, volenti o nolenti, nel corso del tempo, cambiano. Crescono, maturano e volgono lo sguardo altrove. Tutti gli amori sembrano eterni e unici mentre li si vive, ma eterni e unici non sono: sono straordinari per chi li vive, ma comuni osservati dall'esterno. A testimoniare l’amore che unì Salvatore Quasimodo e Maria Cumani vi sono materiali di varia natura: poesie; lettere che i due si sono scambiati nel corso degli anni; pagine di diario. Alessandro Quasimodo , attore e regista e unico figlio della coppia, ha, con i materiali di cui sopra, dato vita a uno spettacolo di parola, danza e musica presentato anni or sono al Piccolo Teatro Studio di Milano assieme a Franca Nuti, Luciana Savignano e al pianista Ettore Borri e ora pubblicato da Aletti Editore. Fuori non ci sono che ombre, e cadono (tale il ti...

Il poeta e la sua Isola

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Il luogo natìo. Quasimodo - Modica - la Sicilia di Antonio Guerrieri edito quest’anno da Armando Siciliano Editore è un saggio breve nel quale si ricostruiscono sia i rapporti del Premio Nobel con Modica (città che gli diede i natali), sia i legami profondi che tennero unito (anche a distanza) il poeta alla Sicilia, terra presente come un basso continuo nella di lui opera. Nel suo saggio Guerrieri ricorda come i rapporti tra Modica e Quasimodo non siano stati affatto idilliaci, anche in ragione del fatto che il poeta preferiva dirsi siracusano (sia perché, quando nacque, Modica era in provincia di Siracusa e sia perché ciò lo legava idealmente alla Grecia classica) e i modicani si sentivano traditi da tale asserzione del poeta.  Inoltre i modicani, dimentichi del fatto che Quasimodo fu portato via da Modica quando ancora era infante (quindi privo di ogni benché minimo potere decisionale), rimproveravano al poeta una scarsa attenzione nei riguardi della città. Scarsa at...

Salvatore Quasimodo e Roccalumera

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Salvatore Quasimodo e Roccalumera. Io non ho che te cuore della mia razza di Carlo e Federico Mastroeni edito da di nicolò edizioni è un libro ricco di documentazione fotografica e testimonianze che ha come obiettivo dichiarato quello di ricostruire in modo particolareggiato il contesto familiare in cui Quasimodo è nato ed è vissuto durante gli anni della giovinezza. Se è vero, infatti, che Salvatore Quasimodo è nato a Modica, è altrettanto vero che la famiglia paterna era di Roccalumera e al paese del messinese i Quasimodo erano legati, tanto è vero che, ormai pensionato delle Ferrovie, il padre Gaetano scelse di vivere lì gli ultimi anni della sua vita. Roccalumera, quindi, nel volume scritto dai Mastroeni e curato da Danilo Ruocco in collaborazione con Alessandro Quasimodo , diviene il polo di attrazione attorno al quale ruota la vicenda biografica dell’intera famiglia Quasimodo. Una famiglia che fu costretta a continui spostamenti a causa del lavoro di ferroviere de...

Dal greco antico all'italiano e dall'italiano al francese | Quasimodo e i Lirici greci

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Una delle traduzioni più famose di Salvatore Quasimodo è quella dei Lirici greci (uscita per la prima volta nel 1940). Una versione che Quasimodo preparò stando attento a rendere viva e “attuale” la parola poetica dei lirici tradotti, piuttosto che a riprodurre metricamente i versi, magari utilizzando parole della tradizione poetica classicheggiante, ma del tutto desuete.  Quasimodo, infatti, dichiarò che la sua era stata «una ricerca equilirica ai testi» al fine di esaltare la loro «voce poetica», in quanto, precedentemente, tali lirici, anche quando tradotti da «grecisti insigni», erano «arrivati a noi con esattezza di numeri, ma privati del canto.».       Ora le edizioni Vagabonde hanno reso disponibile la traduzione quasimodiana dei lirici greci al pubblico di lettori di lingua francese grazie alla traduzione dall'italiano attuata da Patrick Reumaux . In altre parole, il volume presenta ai lettori “a fronte” la traduzione dal greco antico all'...

Quasimodo commemora Martin Luther King e spiega il razzismo

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Il 4 aprile 1968 a Menphis venne assassinato il pastore protestante e attivista per i diritti civili delle persone afro-americane Martin Luther King , Premio Nobel per la Pace 1964. L’11 aprile di quell’anno, a Milano, il Premio Nobel per la Letteratura 1959 Salvatore Quasimodo tenne un discorso commemorativo nel quale ricordò l’azione pacifica di M.L. King e spiegò le origini del razzismo. Fu l’ultimo discorso pubblico di Quasimodo che morì il 14 giugno di quell’anno. In occasione del cinquantenario della morte dei due Premi Nobel, le edizioni Bonajuto di Modica pubblicano il Discorso su Martin Luther King in un’edizione fuori commercio accompagnata da uno scritto di Danilo Ruocco su Quasimodo. Si tratta di un discorso lucido e, purtroppo, ancora di stretta attualità, nel quale Quasimodo, lontano da ogni retorica, spiega in modo semplice e comprensibile a chiunque le motivazioni che danno origine al razzismo e avanza un’ipotesi inquietante sulle possibili reali mot...

In verità, in verità vi dico | Quasimodo traduce Giovanni

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Durante la Seconda Guerra mondiale Salvatore Quasimodo tradusse il Vangelo di Giovanni mosso da una esigenza di natura personale: una “ricerca” che il poeta aveva intrapreso fin dalla giovinezza con la lettura di Cartesio, Spinoza, Agostino e, appunto, dei Vangeli [1]. Conclusosi il conflitto e ricevuto l’ imprimatur [2], la traduzione di Quasimodo fu pubblicata presso l’editore Gentile con note di Pietro De Ambroggi, sei tavole di Tallone e testo originale greco a fronte [3]. La versione era stata condotta sul testo greco curato da Sisto Colombo per la Società Editrice Internazionale. Come è noto, il Vangelo di Giovanni, pur essendo uno dei quattro testi canonici, si differenzia dai tre Vangeli detti sinottici in quanto si concentra sulla questione dell’identità di Gesù e su alcuni aspetti teologici. Nella scelta di Quasimodo di tradurre proprio il Vangelo redatto da Giovanni, aspetto di non secondaria importanza, a parere di chi scrive, potrebbe esservi il fatto ch...

Odore di infanzia siciliana | Quasimodo ad Amalfi

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Vito Pinto ha riunito nel volume, edito da graus editore, Viaggio inverso. Letterati, artisti e dive sulla Costa d’Amalfi una serie di articoli scritti per ricordare i tanti personaggi famosi che hanno avuto, a vario titolo, un legame con la Costiera Amalfitana. Tra quanti sono stati legati ad Amalfi, sicuramente va ricordato Salvatore Quasimodo che, il 14 giugno 1968, lì fu colto dall'ictus che gli fu fatale. Ma Quasimodo aveva conosciuto Amalfi per la prima volta il 20 gennaio 1966 invitatovi da Giuseppe Liuccio e, innamoratosi del luogo, vi era tornato più di una volta.

Quasimodo e Manzù

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Manzù, Ritratto di Quasimodo Nel tardo pomeriggio di ieri, alla GAMeC di Bergamo è stato presentato il volume a cura di Alberto Scanzi Manzù in filigrana: l’arte, la passione e l’impegno politico all’interno del quale è stato anche dato risalto al rapporto amicale e di lavoro che univa Giacomo Manzù (1908 - 1991) e Salvatore Quasimodo .  Oltre a Scanzi, alla presentazione erano presenti Alessandro Quasimodo; il professor Dario Franchi; il critico d’arte Giorgio Seveso e Cristina Rodeschini, responsabile GAMeC, che ha fatto gli onori di casa.   La copertina del volume Alessandro Quasimodo ha ricordato come, durante la Seconda Guerra mondiale, quando Milano si trovò a essere oggetto di bombardamenti, Salvatore Quasimodo fu invitato a trasferirsi a Bergamo proprio da Manzù che gli trovò un alloggio in via Porta Dipinta dove aveva il suo studio (leggi Quasimodo a Bergamo ).  Ha, poi, parlato della collaborazione tra Quasimodo e Manzù in occasione della m...

Inchiodata ai ricordi

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Lontana da gesti inutili edito da Aletti Editore raccoglie le poesie di Maria Cumani , seconda moglie di Salvatore Quasimodo. Sono composizioni scritte nel corso di una vita che presentano al lettore il ritratto di una donna legata a filo doppio al ricordo del rapporto amoroso e matrimoniale con Quasimodo. Un rapporto incrinato e concluso per i continui allontanamenti di lui dal tetto coniugale, preso com’era a inseguire altre donne.

Gli asterischi di Quasimodo

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Tra il febbraio 1960 e il gennaio 1964 Salvatore Quasimodo collaborò con il settimanale “Le Ore”, firmando la rubrica “Il falso e il vero verde”, per la quale scrisse 846 brevi articoli (detti “asterischi”). Tali asterischi sono ora riuniti nel volume curato da Carlangelo Mauro (già curatore dei Colloqui quasimodiani) che porta il titolo Il falso e il vero verde ed è edito da SCE. Un libro che dà conto delle idee del poeta-giornalista in merito ai più svariati argomenti, da quelli letterari (come ci si aspetta da un Premio Nobel per la Letteratura) a quelli di cronaca nera e giudiziaria (e può essere una vera scoperta, per molti, pensare a Quasimodo come a un uomo del tutto immerso nella quotidianità della vita); non dimenticando di chiedere per i giovani una scuola più efficiente e di denunciare i rigurgiti neo-nazisti...

Quasimodo critico d'arte

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Domenico Cantatore, Ritratto di Quasimodo Salvatore Quasimodo è anche stato un critico d’arte . Questo aspetto della sua attività è poco conosciuto dai lettori e altrettanto poco studiato dai critici. Francesco D’Episcopo ha dedicato un saggio a tale aspetto dell’impegno critico del Premio Nobel. Il saggio si trova nel volume Ermetici meridionali: tra immagine e parola (De Libero, Bodini, Sinisgalli, Quasimodo) , edito da Cuzzola editore, Salerno, nel 1986. In particolare, il saggio dedicato a Quasimodo critico d’arte, va dalla pagina 95 alla 117 e si intitola Le metamorfosi della memoria: Salvatore Quasimodo . Dopo aver riportato un ampio stralcio di quanto scritto da Quasimodo a proposito di Domenico Cantatore, il professor D’Episcopo esordisce: È da questa Milano, affamata e avventurosa, che prende avvio il viaggio-inchiesta di Salvatore Quasimodo nella controversa realtà artistica del suo tempo. L’intensa amicizia con pittori e scultori, molti dei quali di estr...