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Visualizzazione dei post da ottobre, 2010

Poeta o traduttore? Un falso dilemma

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Alcuni critici si sono chiesti se Salvatore Quasimodo fosse più un eccelente traduttore o un sommo poeta , se, insomma, la sua poesia valesse da sola o si giovasse, in qualche modo, di quella dei poeti da lui tradotti, in un certo qual senso, vivendo di luce riflessa. Personalmente, considero tale questione ingiusta, ancorché peregrina: il valore di Quasimodo—poeta è di per sé evidente anche solo a una rapida lettura dei suoi versi; e se le traduzioni da lui effettuate restano insuperate, è perché era grande poeta. Indubbio, poi, il fatto che egli traducesse solo quei poeti che sentiva , ovvero che più erano vicini alla sua poesia, al suo mondo poetico. Altra sterile questione che infastidì Quasimodo—traduttore fu la non supposta aderenza filologica al testo da lui tradotto. Fermo restando il fatto che alcune versioni da lui approntate sono più “esatte” filologicamente di quelle di certi filologi, va riconosciuto il merito a Quasimodo d’avere tradotto da poeta, ovvero — com