La medaglia del Premio Nobel | Parla Alessandro Quasimodo


In questi giorni è tornata d'attualità la vicenda legata alla vendita della medaglia del Premio Nobel a Salvatore Quasimodo da parte di Alessandro Quasimodo che, nei social, ha lamentato la parziale e non del tutto corretta ricostruzione dei fatti.
Abbiamo chiesto all'interessato una dichiarazione in merito. Eccola.
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Dopo la morte di mio padre Salvatore Quasimodo ho scoperto che la medaglia del Premio Nobel non era più nel suo studio milanese: era stata da lui donata a una delle sue “amiche”.
Fresco di lutto e del ricordo del mancato invito da parte di mio padre a Stoccolma per partecipare alla cerimonia per il conferimento del Premio Nobel, non ritenni una grave perdita non avere ereditato la medaglia.

Nel 1998, quindi 30 anni dopo la morte di Quasimodo, sono stato contattato da un noto numismatico che mi ha proposto, in via confidenziale, l’acquisto della medaglia del Premio Nobel da lui e dal suo socio comprata direttamente “dall’amica” di mio padre.
Mi chiesi cosa si sarebbe scritto sui giornali se la medaglia del Nobel fosse stata messa pubblicamente in vendita e, quindi, decisi di comprarla pagandola 30milioni di lire.

Nel 2015 - dopo ponderata riflessione - ho deciso di vendere la medaglia del Nobel e ho contattato diverse istituzioni chiedendo se fossero interessate all’acquisto. Speravo potesse finire in un museo. 
Non se ne fece nulla e, allora, accettai la proposta di Bolaffi di metterla all’asta.
L’asta è stata vinta da un privato e, ora, leggo su alcuni organi di stampa che ci sarebbe la volontà, da parte di alcune istituzioni siciliane, di acquisire la medaglia per arricchire l’Archivio Quasimodo di Messina.
Notizia positiva che, però, non cancella in me la perplessità causata dal mancato interesse all’acquisto della medaglia quando a proporla ero stato io.

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