Francesca Senette intervista Alessandro Quasimodo e Danilo Ruocco in occasione della mostra "Quasimodo e il Teatro" tenutasi a Milano nell'ottobre del 1999.
Invano cerchi tra la polvere, povera mano, la città è morta. È morta: s’è udito l’ultimo rombo sul cuore del Naviglio. E l’usignolo è caduto dall’antenna, alta sul convento, dove cantava prima del tramonto. Non scavate pozzi nei cortili: i vivi non hanno più sete. Non toccate i morti, così rossi, così gonfi: lasciateli nella terra delle loro case: la città è morta, è morta.
E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento.
Salvatore Quasimodo è autore di alcune (almeno una decina) delle liriche più belle, note e intense della letteratura novecentesca, per non dire del fatto che Ed è subito sera è, probabilmente, la poesia più tradotta della storia letteraria. Negli ultimi giorni Mondadori ha mandato in libreria la nuova edizione di Tutte le poesie di Quasimodo a cura di Carlangelo Mauro . Si tratta di un’edizione che, oltre al corpus poetico noto, riunisce e presenta ai lettori anche le poesie pubblicate dal poeta in varie occasioni, e non più riprese, e persino alcuni inediti. Il tutto con una serie di Apparati degni di un’edizione critica di grande valore scientifico. Va, inoltre, segnalato che il curatore ha scelto, con grande coraggio (e, forse, non immemore della scelta editoriale di Patrick Reumaux ), di inserire i Lirici greci tra le poesie di Quasimodo, in tal modo presentandoli come vero e proprio atto creativo del poeta , piuttosto che come traduzione. Mancano, però, nell’edizione, i lib
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